FORMAZIONE ESPERIENZIALE CON IL JUDO

Circa 2000 persone di realtà quali FIAT, Continental, Intesa San Paolo, Allianz, Sara Assicurazioni, Cattolica Assicurazioni, Lease Plan ecc… a Milano, Bologna, Roma, Verona, Trieste e Torino, hanno aderito alle proposte di formazione esperienziale di Arti di Oriente in collaborazione con formatori aziendali.

L'abilità di non contrapporsi, ma di far parte ...

Non c’è cosa sotto il cielo più importante dell’Educazione…” diceva Jigoro Kano (1860-1938) fondatore del Judo, aggiungendo: con essa la virtù di uno è trasmessa a molti… la vera Educazione accelera l’evoluzione di centinaia di anni”… affermazione significativa di quell’uomo, illustre pedagogista,  talvolta indicato come simbolo del periodo Meiji (1868-1912), durante il quale il Giappone attuò un’operazione culturale dal risultato sorprendente, che consentì al paese in pochi decenni di mettersi al passo, in termini di modernizzazione e progresso, delle più grandi nazioni del mondo. Un tassello di questa “rivoluzione voluta dall’alto” è stato senz'altro il Judo (messo a punto dal 1882 al 1922) dal professor Kano, illustre pedagogista e docente dell'Università di Tokio) che in pochi anni raggiunge un milione di praticanti. La metafora del salice, spesso associata alla parola Judo, riporta alla “via dell’adattabilità” e alla resilienza, necessaria attitudine per la corretta gestione delle relazioni e del cambiamento; il “cuore antico del futuro” suggerisce di valorizzare le proprie tradizioni, quello che c'è di buono ed attuale nella propria esperienza, armonizzandola intelligentemente con le sfide del futuro e lasciando andare ciò che non serve più. Tutto il percorso deve ispirarsi al principio fondante del Judo del “miglior impiego delle energie”, che nella visione sociale si trasforma in "insieme per crescere e progredire”: perseguire quotidianamente l’obiettivo di migliorarsi per essere utili, attraverso tutti gli strumenti di cui questa disciplina si avvale: non solo tecnica, ma oggettività, misura, adeguato coinvolgimento emotivo, osservazione dell’altro e delle sue modalità reattive, flessibilità ma senza rinunciare a metodo, spirito di decisione, prontezza e orientamento al risultato, imparando ad affrontare le difficoltà con la preparazione e a trasformare ogni caduta in una nuova opportunità. Strumenti vissuti attraverso la formazione esperienziale con il Judo, a cui si aggiungono, con strade e linguaggi diversi, ma pur confluenti nella stessa direzione, i contributi della Formazione Professionale e della Pedagogia. In questo Laboratorio e nella nostra proposta di Arti di oriente e N-ero Cento Studi, l’Educazione prende necessariamente la forma di un “saper fare”, attraverso il cosiddetto “insegnamento silenzioso”: quello che si espone è un contenuto, un metodo, una materia, una disciplina... ma quello che si trasferisce, celato ma presente, deve passare non solo dalla mente (sapere), ma soprattutto dal corpo (comportamento, saper fare) e dal cuore (aspetto emozionale e motivazionale) (emozioni, motivazioni).


Commerciali -capi area- rete di vendita

La ricerca della tecnica del Judo non si ferma all’efficacia (raggiungere l’obiettivo), ma persegue anche l’efficienza (impiegando in modo ottimale le risorse a disposizione) attraverso la realizzazione del principio del miglior impiego delle energie, perché solo così sarà possibile affrontare sfide con “avversari” più forti di noi. La tecnica magistrale consente di per-suadere, “rendere soave”, anziché di sconfiggere o battere l’avversario. Analogamente, fuori dal tatami nella vita di tutti i giorni, “sviluppare una tecnica” significa acquisire un metodo con l’obiettivo di con-vincere grazie al valore delle proprie proposte.

Gestione del personale e del gruppo

Durante la pratica del Judo viene talvolta ricordato un detto che recita: “l'unico desiderio lecito sul tatami è quello di crescere per dare e dare per crescere di più”. Questi sono i motivi che per cui il prof. Kano ha voluto affiancare al principio del “miglior impiego delle energie” quello del“io e l’altro insieme per crescere e progredire”; Il Judo si propone quindi come una “disciplina collettiva” in quanto i miglioramenti del singolo diventano occasioni per la crescita degli altri, così come i progressi della collettività avranno una ricaduta positiva sul singolo.  

Gestione dell'errore e resilienza

La natura di questa disciplina ha grande affinità con il concetto di resilienza, (ritornare allo stato iniziale dopo essere stati sottoposti ad una perturbazione), così come insegna il salice piangente i cui esili rami sono in grado di sopportare il peso della neve, piegandosi e lasciandola cadere, per poi tornare alla loro posizione iniziale. Cadere ferendosi ci riporta continuamente al futuro (ansie e preoccupazioni) o al passato (rimpianto e malinconia), lontani dal presente e dalle opportunità che ci offre. Saper cadere invece, permette di rialzarsi subito e creare nuove opportunità, ma richiede tuttavia coraggio (consapevolezza), preparazione (tecnica) per non farsi male e non farne agli altri, assunzione di responsabilità (visione sociale) e la capacità di riconoscere ad ogni errore l’opportunità ed il valore di un insegnamento

STATO MENTALE, RITI REGOLE E ARMONIA

Dalla mente (conoscenza) al corpo (esperienza) al cuore (aspetto emotivo): il follow up al Monastero  zen

E' possibile effettuare l'esperienza formativa (aula + formazione esperienziale in un dojo di judo) presso il Monaster Zen SOTO a Fidenza; è quindi possibile partecipare ai riti del monastero e alle sessioni di meditazione per favorire il corretto stato mentale, affiche' quanto appreso con la mente e vissuto con il corpo possa avvalersi di una spinta motivazionale forte e coerente con i messaggi passati. 

Coltivare nel silenzio la capacita’ di pronunciamento … e nell’immobilita’ l’attitudine all’azione …

LA MENTE INTUITIVA E’ UN DONO SACRO E LA MENTE RAZIONALE E’ UN FEDELE SERVO.NOI ABBIAMO CREATO UNA SOCIETA’ CHE ONORA IL SERVO E HA DIMENTICATO IL DONO.     Albert Einstein

L’allineamento di corpo mente cuore permette una profonda focalizzazione verso l’obiettivo animatore, favorita da un cambiamento di stato che porta l’individuo ad una maggiore serenità, realizzazione e autorevolezza.


“Nel tempio dell’altrove nell’altrove del tempo”  perdere per recuperare  riferimenti essenziali della vita professionale: l’ora e il luogo, l’azione e la parola...

La ricerca dell’armonia, della coerenza, dell’attenzione al particolare, la comunicazione calibrata, i suoni e i profumi che caratterizzano ogni ambiente e la forte compartecipazione alle regole condivise permettono di vivere una profonda esperienza di collettività eliminando ogni rumore sottostante per recuperare il senso delle azioni verso i propri obiettivi professionali.